I PRIMI RACCOLTI… TEMPO PERMETTENDO

La Praglia - Ortaggi bio su biotelo
La Praglia – Ortaggi bio su biotelo

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Nell’ORTO a Giugno


In questo mese, solitamente, la temperatura è ormai stabile e non ci sono più eccessivi sbalzi termici tra il giorno e la notte.

Gli ortaggi continuano la loro crescita e molti di loro sono nella fase di fioritura e di inizio produzione, infatti si possono già raccogliere i primi pomodori delle piante seminate a febbraio-marzo in coltura protetta e sono pronti per il consumo le lattughe, i fagiolini e altri ortaggi seminati all’inizio della primavera. Alcuni di questi, invece, hanno già terminato o stanno per terminare la fase di produzione, come i piselli e i ravanelli, le cicorie e lattughe primaverili.

In questo periodo cercate di curare con particolare attenzione la legatura dei pomodori da insalata assicurandoli ai loro sostegni con legature robuste ma non troppo strette e controllate quelle fatte in precedenza; nella crescita della pianta, il fusto, aumentando di dimensione, può strozzarsi a causa della legatura diventata troppo stretta.

Anche le femminelle (germogli alle ascelle delle foglie) vanno asportate effettuando quest’operazione su tutte le piante, una volta ogni 7-10 giorni. Resistete alla tentazione di togliere qualche germoglio ogni volta che passate li vicino, meglio fare quest’operazione in una sola volta, tagliando i germogli con le cesoie (strappandoli con le dita si rischia di procurare delle lacerazioni anche lungo il fusto) e trattando subito dopo le piante di pomodoro con Propogem e Siligem che hanno la funzione di disinfettare le ferite lasciate dai tagli, contrastando così l’entrata nella linfa della pianta di pericolose malattie fungine.

Anche le patate richiedono la vostra attenzione. In questo periodo sono in piena crescita con grande sviluppo fogliare, un invito a nozze per un tipico parassita di questa coltura: la dorifora è un coleottero apparentemente simile alla coccinella, a righe gialle e nere ma, a differenza di quest’ultima che è un insetto utile perché vorace predatrice di afidi, si nutre delle foglie di alcune piante (specialmente allo stato larvale) come la patata e la melanzana e, se lasciata proliferare, può provocare gravi danni fino alla completa defogliazione della pianta.

Un sistema di lotta preventiva contro questo coleottero che noi adottiamo da molti anni, con ottimi risultati, consiste nell’effettuare un trattamento polverulento con alghe Litotamnio al mattino presto (quando la vegetazione è ancora bagnata di rugiada) da ripetere ogni 20-25 giorni. La polvere d’alga aderisce alle foglie creando un ambiente sfavorevole alla dorifora che non riesce più a far aderire bene le uova che depone sulla pagina inferiore delle foglie e trova difficoltà a rosicchiare la vegetazione a causa della presenza della polvere di consistenza gessosa. Inoltre il Litotamnio, essendo basico, crea un ambiente sfavorevole anche per le malattie fungine come la peronospora.

In questo mese si possono seminare: radicchio precoce e cicoria pan di zucchero, cardo, cavoli cappucci autunno-invernali e cavolo verza, basilico, bietola da coste, barbabietola rossa, carota, cavolfiore, fagiolo e fagiolino nano, indivia riccia e scarola, lattuga cappuccio e romana varietà estive, porro, prezzemolo, sedano e zucchino. Si possono trapiantare: pomodoro tardivo, cavolo cappuccio estivo-autunnale, lattuga e indivia, porro e sedano.

Fate attenzione a estirpare per tempo le erbe infestanti, che in questa stagione si sviluppano molto velocemente, se non vengono tenute sotto controllo possono “soffocare” le piante coltivate, se invece avete adottato il sistema della pacciamatura potrete stare più tranquilli.

Anche l’irrigazione delle piante va particolarmente curata, meglio intervenire con annaffiature poco abbondanti ma frequenti. Grandi quantità di acqua, magari una volta alla settimana, possono provocare nelle piante stress idrico, che nelle piante più sensibili favorisce l’insorgere di alcune malattie specifiche come il marciume apicale nei frutti di pomodoro.


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Nel FRUTTETO a Giugno


A giugno le piante da frutta sono nella fase dell’ingrossamento dei frutticini (più o meno avanzata secondo le diverse specie) e in questo periodo vanno incontro alla cascola naturale, fenomeno che procura un diradamento proporzionato alla vigoria della pianta.

Su alcune varietà di melo come Golden Delicius o Stark ed altre varietà troppo produttive, conviene intervenire dopo la cascola (se questa risulta insufficiente) con un diradamento, tagliando con le forbici il peduncolo dei frutticini in eccesso quando hanno raggiunto la dimensione di una noce, con le modalità già descritte nel numero di maggio.

A giugno bisogna intervenire sulle drupacee con la potatura verde che nel caso dei peschi andrà ripetuta per due o tre volte. Consiste nell’eliminare tutti i “succhioni” (germogli che crescono verticalmente) ancora di consistenza erbacea, lasciando solo quelli che saranno destinati a formare le nuove branche o branchette.

Sulle piante in produzione l’intervento di potatura verde si può effettuare contemporaneamente al diradamento dei frutti, in genere si eliminano tutti i germogli situati sulla parte dorsale delle branche principali, quelli piccoli e che pendono sotto la chioma e quelli in numero eccessivo, lungo la parte centrale della pianta.

Come già citato in precedenza, è bene, subito dopo queste due operazioni, trattare le piante con Propogem ed Equiseto per disinfettare le ferite lasciate dai tagli e dagli stacchi dei germogli asportati.

Se il terreno del vostro frutteto è inerbito, va eseguito il secondo taglio dell’erba quando quest’ultima ha raggiunto la piena fase di fioritura, lasciando l’erba trinciata sul terreno.

Anche in questo mese bisogna fare attenzione a eventuali attacchi di afidi (pidocchi), intervenendo al loro primo apparire con trattamenti a base di Ortica.

In caso di una prolungata siccità, bisogna effettuare irrigazioni di soccorso sulle piante giovani (almeno 15-20 litri per pianta) per favorire l’attecchimento e un buon sviluppo vegetativo ed evitare contemporaneamente lo stress idrico o addirittura il completo disseccamento della pianta.

La butteratura amara delle mele è un alterazione che si presenta con macchie suberose nella polpa, subito al di sotto della buccia, evidenziate da una conseguente leggera depressione sulla superfice del frutto. Questa alterazione è causata da una carenza di calcio, da un eccesso di azoto nel terreno o dall’ apporto esagerato di liquami o pollina.

Per prevenire la butteratura amara si può intervenire apportando al terreno da uno a tre quintali per ettaro all’anno di Litotamnio che è ricco di calcio, magnesio e di molti oligo-elementi utili ad una crescita equilibrata delle piante da frutta.

Buon lavoro!


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Lavori di Giugno


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